È quasi finito il 2020 e sono ancora convinto che dovreste ascoltare i podcast (e i miei consigli)
Era il lontano 2018 (quando ancora si andava in ufficio, in università e a scuola tutti i giorni, esisteva il turismo di massa e io avevo qualche capello di più in testa) e scrivevo un articolo in cui cercavo di convincervi a iniziare ad ascoltare i podcast (sempre nel 2018, ad esempio, su Spotify c’era solo la musica e non anche i podcast).
Ascoltare podcast come investimento
A distanza di due anni, le motivazioni sono pressoché le stesse (ci sono contenuti estremamente interessanti e il format si presta a essere ascoltato in situazioni in cui non è possibile fare altro, come ad esempio leggere). Ho tuttavia maturato un’ulteriore convinzione in questi mesi: seguire i podcast è un ottimo investimento che si può fare su sé stessi e su un modo più “sano” di informarsi e conoscere nuove storie.
Senza scomodare troppo il concetto di slow journalism e slow news, trovo ormai abbastanza insostenibile il modo in cui veniamo bombardati dai media mainstream con notizie e informazioni di scarsa qualità, superficiali e addirittura talvolta false (!). Un sistema malato caratterizzato dalla ricerca spasmodica del click e delle visualizzazioni (che guarda solo a un ritorno immediato) sta pian piano erodendo il “guadagno” che è possibile ottenere sul medio-lungo periodo: cittadini informati, consapevoli e con strumenti che permettono loro di decifrare quello che accade davvero nel mondo. Questo significa anche porre le basi per la costruzione di un rapporto di fiducia tra chi fornisce contenuti e chi li riceve.
Il concetto stesso di podcast si allontana dallo scenario tipico odierno, caratterizzato da rapidità e immediatezza. Richiedono innanzitutto un investimento in termini di tempo, perché chi vuole ascoltarli deve ritagliarsi almeno 20–30 minuti all’interno della propria giornata. È un investimento anche di attenzione (una tra le risorse più scarse che esistono oggi in circolazione), poiché non solo bisogna trovare quei 20–30 minuti, ma bisogna fare in modo di essere concentrati sull’ascolto e non avere distrazioni a portata di mano. Uno dei miei consigli, ad esempio, è quello di dimenticarsi di avere un telefono mentre si è all’ascolto. Infine, come accennavo, è anche un ottimo investimento in termini di crescita personale, perché sono disponibili ormai podcast su qualsiasi tipo di argomento e in grado di fornire occasioni di approfondimento su temi a noi più o meno noti, più o meno vicini.
Quali podcast ascoltare
Come sempre, il mio primo consiglio è quello di esplorare le piattaforme di podcasting (le principali e più utilizzate oggi sono Apple Podcast, Spotify e Spreaker) alla ricerca di qualcosa che ci possa davvero interessare. Non c’è modo migliore (vale un po’ per tutto, anche per i libri) per inaugurare nuove buone abitudini.
Sperando di poter ispirare qualcuno, ho deciso di raccogliere in questo articolo qualche suggerimento relativo a titoli che ho ascoltato negli ultimi mesi e che mi hanno particolarmente appassionato (che vanno a integrare la mia selezione del 2018).
The Daily (in inglese)
Forse uno dei migliori podcast di informazione quotidiana, nonché anche il più celebre. Prodotto dal New York Times e “condotto” dal giornalista Michael Barbaro, ogni giorno approfondisce una tematica di attualità attraverso gli interventi delle giornaliste e dei giornalisti della redazione oppure con inchieste e interviste. Per me è diventato un appuntamento fisso, quasi giornaliero.
Domani
Nasce durante i giorni del lockdown ed è narrato dalla voce di Carlo Annese, che è anche colui che ha dato vita a Piano P, la piattaforma italiana dei podcast giornalistici (che vi invito a visitare per trovare ulteriori contenuti interessanti). Tornando al suo podcast, Domani si interroga proprio su che cosa ne sarà di noi ora che dobbiamo fare i conti con una nuova quotidianità. Lo fa attraverso il dialogo con un ospite (e un tema) diverso per ciascuna puntata; qualche nome: Mario Calabresi, Ester Viola, Matteo B. Bianchi, Paolo Condò, Carlo Lucarelli, Ghemon e tanti altri.
Fighting Coronavirus (in inglese)
Prodotto da Wondery (un altro dei big player del settore in US), Steven Johnson conduce una serie di approfondimenti sul Coronavirus coinvolgendo scienziati ed esperti in vari campi. Tra i temi trattati: le differenze tra questa e altre pandemie, gli scenari per l’immediato futuro, la corsa al vaccino, il sistema educativo alla prova del COVID-19. Insomma, nonostante abbia inevitabilmente una prospettiva centrata sugli Stati Uniti, i temi sono abbastanza trasversali e apprezzabili anche da un ascoltatore italiano.
Joypad
Da quando a marzo ho comprato la Nintendo Switch, mi sento a tutti gli effetti (e a torto) un gamer professionista. La realtà è che sono un dilettante, ma Joypad è un podcast dedicato al mondo dei videogame fruibile trasversalmente da chi, come me, è un pivello, ma anche da chi davvero rientra nella categoria dei pro. Ogni episodio (sono lunghetti, almeno 30–40 minuti) tocca vari aspetti, inclusi i consigli di gioco e altre notizie dal mondo videoludico.
WeCrashed: The Rise and Fall of WeWork (in inglese)
Ci sono casi imprenditoriali talmente incredibili da diventare materiale per film e serie tv. È il caso di WeWork, startup nata con l’idea di offrire spazi di coworking adatti alle esigenze dei lavoratori contemporanei e, principalmente a causa delle manie di grandezza e dell’ego fuori controllo del suo (ormai ex) CEO e fondatore Adam Neumann, diventa un delirio collettivo con gravi conseguenze economiche per l’azienda. Anche questo show è prodotto da Wondery, garanzia di qualità.
The Dropout (in inglese)
Avete presente quella cosa che “ci sono casi imprenditoriali talmente incredibili da diventare materiale per film e serie tv”? Ecco, la storia di Theranos e della sua fondatrice Elizabeth Holmes ha già fornito spunti per creare podcast, libri (capolavoro, grazie al quale è diventata una mia ossessione) e documentari. Inoltre, sono in lavorazione un film e una serie tv. In questo podcast prodotto da ABC Audio potete scoprire (se ancora non l’avete fatto) l’incredibile storia di una giovane ragazza che abbandona l’università per fondare una startup che dovrebbe rivoluzionare il mondo della sanità. Peccato che sia tutta una truffa.
Da Costa a Costa
L’avevo già citato nell’elenco del 2018, ma lo faccio nuovamente e volentieri. Il podcast (e la newsletter) di Francesco Costa sono un must per chi vuole essere aggiornato su quanto accade negli Stati Uniti, con un’attenzione particolare alla politica e agli appuntamenti elettorali. Ancor di più in questo momento che ci vede sempre più vicini a una delle elezioni più cruciali per il futuro degli States e del mondo intero.
SX — La sinistra spiegata
Daniele Viotti (ex parlamentare europeo del Partito Democratico) prova a riportare al centro dell’attenzione una parola decisamente fuori moda: “sinistra”. Per farlo, ha scelto alcuni temi per i quali la sinistra è chiamata ad avere risposte e visioni per il futuro: diritti civili e diritti sociali, l’Europa, il lavoro, le periferie, l’informazione. E poi c’è un episodio speciale dedicato al Referendum costituzionale del 20 e 21 settembre 2020.
Morgana
È già un grande classico del mondo del podcasting italiano. Morgana è la creatura di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri che, in ogni episodio, raccontano la storia di una donna fuori dagli schemi. Non credo servano altre presentazioni, visto che il podcast è tra i più ascoltati ed è già stato pubblicato un libro tratto da queste serie. Prodotto da Storielibere.fm, altra piattaforma che vi consiglio di monitorare.
The Season
Sicuramente una scelta di nicchia (parla di basket NBA) e un prodotto tutt’altro che perfetto (puntate forse troppo lunghe e contenuti non alla portata di tutti). Però merita una menzione per il suo particolare format: Jacopo Cirillo e Dario Vismara “fingono” infatti di condurre una trasmissione radiofonica che va in onda tra il 1993 e il 1994, ossia quelli della stagione NBA senza Michael Jordan (ritirato “temporaneamente”) e con grandissime incognite e colpi di scena.
QUiD — Queer Identities
Paolo Armelli e Daniele Biaggi conducono un podcast dedicato al mondo Queer (c’è anche una newsletter e una pagina Instagram, che vi invito a seguire), in cui ogni episodio è dedicato a un approfondimento tematico. Davvero un ottimo modo per riflettere su tematiche estremamente attuali e spesso complesse all’interno della stessa comunità LGBTQ+.
Copertina
Questo è un altro esempio di podcast diventato per me ormai irrinunciabile. Ogni 15 giorni Matteo B. Bianchi fornisce consigli sui libri tratti dalle sue letture in corso, dialoga con librai e altre persone esperte o appassionate di letteratura e propone i suggerimenti di alcuni autori celebri. È il podcast indispensabile per chi ama leggere (e non è un caso che l’ho segnalato già dal primo numero della mia newsletter sui libri).
Sac à Pop
Tre ragazz* bellissim*, son tre ladr* abilissim* nel servirvi un menù fatto di musica pop e divertimento. Ogni episodio di Sac à Pop (con qualche eccezione in occasione degli speciali) racconta e recensisce in modo originale un album che ha fatto (nel bene o nel male — poteva piacere o non piacere) la storia della musica.
Konrad
Un’altra creazione della Redazione del Post, focalizzata su tutto ciò che ha a che fare con l’Unione Europa. Nasce come appendice all’omonima newsletter, nonché sezione sul sito del Post, ed è uno strumento fondamentale per rimanere sempre aggiornati su quello che accade a Bruxelles (e Strasburgo e Francoforte e…) e che, inevitabilmente, ha un impatto sulle vite di tutti noi.
Queer to Queer
Progetto molto interessante che nasce con l’obiettivo di dare una voce alle minoranze all’interno della comunità LGBTQ+. Nella prima (e al momento unica) stagione si parla infatti di migranti, persone con disabilità, minoranze etniche. Mondi purtroppo poco conosciuti e, per certi versi, marginalizzati dalla stessa comunità Queer. Un podcast per riflettere su quanto dobbiamo ancora migliorare e impegnarci per una vera uguaglianza.
Truth and Lies: Jeffrey Epstein (in inglese)
Se avete guardato il disturbante documentario di Netflix su questa vicenda, questo podcast (pubblicato ben prima della docu-serie) approfondisce e spiega in modo molto più strutturato e lineare com’è stato possibile che una persona potente e ricca come Jeffrey Epstein abbia potuto per molti anni perpetrare un sistema di abusi nei confronti di ragazze spesso minorenni, rimanendo impunito. Se non avete visto il documentario (e avete lo stomaco sufficientemente forte) vi consiglio di iniziare da qui.
L’analista
Roberta Talia e Florencia Di Stefano-Abichain si occupano di televisione per professione, ma sono anche appassionate del mezzo. E si sente. Ogni settimana analizzano i fatti più interessanti accaduti nella televisione italiana e sviscerano qualche tema insieme a ospiti del mondo del tv. In attesa che inizi la seconda stagione, potete (anzi dovete) recuperare la prima.
Rabbit Hole (in inglese)
Vi siete mai trovati a guardare un video su YouTube per poi realizzare, magari dopo un’ora, di essere stati davanti allo schermo incollati ad altri video che non avreste mai immaginato di voler vedere? Ecco, è un po’ come entrare nella tana del Bianconiglio e non uscirne più. Questo podcast del New York Times accompagna gli ascoltatori nei meandri del funzionamento degli algoritmi dietro a piattaforme come quella dei video di proprietà di Google, spiegando anche gli impatti che può avere sulle opinioni e sulle vite delle persone.
I podcast di Serial Freaks
Se siete appassionati di Serie TV siete fortunati perché non ho un solo podcast da consigliarvi, ma un’ampia scelta di contenuti prodotti dagli amici del sito Serialfreaks.it. Ce ne sono per tutti i palati: dagli aggiornamenti e le notizie sul mondo della serialità ad approfondimenti specifici su singole serie tv. Insomma, avete solo l’imbarazzo della scelta.
Disclaimer: in qualche puntata dei suddetti podcast potreste correre il rischio di trovare anche la voce del sottoscritto.
[Bonus Track] Popper
Non nasce come un podcast, ma è disponibile anche in podcast. Sto parlando di Popper, il programma di Radio Stonata condotto da Filo e da me stesso. Si parla di tutto ciò che è pop e ogni episodio ha un filo conduttore: nella prima (e al momento unica) stagione siamo partiti dal divismo e siamo arrivati – letteralmente – alla fine.
PS: l’ordine in cui sono presentati i podcast in questo articolo è del tutto casuale. O meglio, ho seguito senza farmi troppe domande l’ordine che mi proponeva la mia libreria su Apple Podcast.
Ora che vi ho dato i miei consigli mi aspetto da chi legge due cose: 1) dei feedback nel caso seguiate qualche mio suggerimento; 2) di sapere quale sono i vostri podcast del cuore, ché è sempre bello espandere la propria libreria e scambiarsi opinioni.
Se oltre ai podcast siete interessati anche ai libri, vi segnalo la mia newsletter (mensile) nella quale troverete recensioni, news, offerte e sconti e tanto altro. Ci si iscrive qui, mentre se volete degli aggiornamenti più costanti c’è anche un canale Telegram (che rende omaggio – a suo modo – a Michela Murgia).